La vera felicità, la vera saggezza, la vera virtù, il sommo bene, insomma nascono non dal distacco o dalla negazione delle cose sensibili,ma al contrario da una compenetrazione in esse così totale e profonda che pur essendovi dentro, e proprio per esservi dentro, in quello spirito si è, nello stesso tempo,anche al di fuori del mondo. Il vero saggio non rifiuta niente, poiché sa che tutto è comunque espressione di Dio: il punto sta nel modo di vedere e di sentire le cose, abbracciandole e componendole nella divina armonia, superando il presente, superando le barriere del tempo e dello spazio, nella convinzione che tutto quello che accade o che fa uno è come se accadesse o lo facessero tutti simultaneamente , in una susseguente molteplicità e diversità di tempi e di luoghi. La felicità si fonda sulla capacità di formulare un giudizio retto, sicuro ed immutabile. Soltanto allora, infatti, la mente è pura e libera da ogni male, perché è riuscita a sottrarsi non solo alle lacerazioni ma anche alle minime scalfitture, e resterà sempre nella condizione che si è conquistata, anche se dovesse piombarle addosso con tutta la rabbia dell’avversa fortuna.La felicità ,ancora, sta nella convinzione stessa di essere felici e nell’atteggiamento di una mente perfetta, che, giunta a termine del suo viaggio e postasi intorno i suoi limiti, ha pienamente realizzato il suo massimo bene e non chiede più altro, perché oltre al tutto non c’è nulla al di là della fine. La felicità è fermezza inflessibile dell’anima, preveggenza, sublimità, ragionevolezza, libertà,bellezza ed armonia. La Felicità – Seneca